lunedì 8 ottobre 2007

Un secolo di lotte inutili??


I lavoratori di inizio secolo non godevano di grandi "chance". Nessuno avrebbe scommesso gran che sul loro futuro e tanto meno si poteva ritenere che fossero in grado di modificare la propria collocazione sociale ne che potessero diventare, organizzandosi, un vero e proprio contropotere politico, sociale ed economico.
Per lo più semianalfabeti, con condizioni di lavoro straordinariamente pesanti, con una marginalità che nelle città industriali era visibile nella dislocazione residenziale dei quartieri operai, essi erano considerati una merce o forza lavoro disponibile per un capitalismo sempre inappagato. Oggi la situazione dei lavoratori non e un gran che cambiata e la rincorsa alla flessibilità ad ogni costo ha stravolto il mercato del lavoro. In tutti i paesi industrializzati ormai si è realizzata una polarizzazione tra posti di lavoro ben pagati, in netta diminuzione, e posti di lavoro precari e mal retribuiti. I cosiddetti lavori "atipici" (lavori a tempo determinato e con orario ridotto) sono passati in un decennio da un decimo ad un terzo dell'occupazione complessiva. Non voglio dilungarmi oltre e vado a esporre la mia ultima esperienza lavorativa. Assunto come è d’obbligo qui nel profondo sud a “nero” nonostante la ventennale esperienza nel settore di competenza, senza diritto a 13 14 e ferie dopo 1 anno di anonimato e di eversione vengo finalmente assunto, ovviamente con contratto a tempo determinato, con durata annuale e scadenza 12 gennaio 2008, vedo finalmente anche se a termine riconosciuti i miei diritti di lavoratore ma la malaugurata sorte trama contro di me e dopo 5 mesi subisco un grave infortunio sul lavoro che mi obbliga prima a una degenza ospedaliera e poi a un lungo riposo a letto e ancora oggi ne reco le conseguenze. Al mio rientro a casa dall’ospedale il mio datore di lavoro mi ha comunicato che potevo sognarmi il rinnovo del contratto in quanto la sua era una impresa e non un ente assistenziale. La domanda che mi pongo e questa, tutte le lotte dei lavoratori e le vittime, gli scioperi le perdite in vite umane a cosa sono servite. Chi e che fa sì che questo possa accader accadere? Le conquiste che i lavoratori hanno ottenuto nei decenni dopo la seconda guerra mondiale sono il frutto delle loro lotte, ma a cosa sono valse se ancora oggi si ripropongono queste situazioni. A inizio secolo chi aveva la malaugurata sfortuna di infortunarsi o anche solo di aspettare un bambino perdeva ogni diritto a conservare il posto di lavoro. Situazione che alla luce dei fatti appare ancora oggi sostanzialmente immutata. La domanda che pongo ai lettori di questo blog è questa: “Esiste una legge che tuteli l’infortunato, e che gli consenta la conservazione del posto di lavoro?”

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